Giro d’Italia 2022, la situazione dei big al via

Il Giro d’Italia 2022 in cerca di protagonista. L’autore c’è, la commedia pure, ma mancano i personaggi. Non una situazione drammatica, perché il bel percorso disegnato da RCS Sport avrà sicuramente alcuni nomi interessanti al via, ma appare chiaro che i grandissimi quest’anno non ci saranno. Come era purtroppo prevedibile per vari motivi, si sono progressivamente defilati (puntando al Tour de France) i vari Egan Bernal, Tadej Pogacar e Primoz Roglic, ma sono cominciate anche ad arrivare le prime importanti conferme. Se è vero che mancheranno dunque i tre tenori, il parterre della Corsa Rosa sembra comunque poter contare su alcuni grandi sfidanti.

A darsi battaglia dal 6 al 29 maggio ci saranno infatti comunque corridori di spessore, tra i quali non si può non partire da chi questa corsa l’ha già vinta. È il caso di Vincenzo Nibali e Richard Carapaz. Il siciliano probabilmente non è più uomo da alta classifica, ma si dovrebbe presentare al via con grandi motivazioni, non escludendo ovviamente di poter puntare ad un risultato di spessore se nell’arco delle tre settimane la forma dovesse reggere. Come uomo di riferimento per la classifica la Astana Qazaqstan porterà sicuramente Miguel Angel Lopez, che avrà una grandissima chance di riscatto su un percorso molto adatto alle sue caratteristiche, con anche David De La Cruz a fare da gregario di lusso. Anche per il trionfatore dell’edizione 2019 sarà una corsa perfetta e dopo i podi ottenuti in questi anni a Tour e Vuelta per lui sarà una occasione importante per cercare di tornare sul gradino più alto. In squadra l’ecuadoriano troverà al suo fianco Richie Porte, che non nasconde le sue grandi ambizioni, e potrebbe inoltre anche essere supportato da un altro ex vincitore come Tao Geoghegan Hart, con il quale si troverebbe così a condividere la leadership.

Nella sfida alla conquista della Maglia Rosa non mancheranno anche due corridori che l’hanno più volte indossata come Joao Almeida e Simon Yates. Il portoghese sarà il leader annunciato della UAE Team Emirates, facendo la figura dello spauracchio per i suoi rivali viste le grandi qualità a cronometro; il britannico, che avrà tutta la BikeExchange – Jayco al suo servizio, sarà invece tra i più temuti in salita in una edizione in cui cercherà di riscattare la grande delusione del 2018, rilanciando così le sue ambizioni nei GT dopo alcuni anni non sempre brillanti (a tre anni dalla conquista della Vuelta), ma che comunque quest’anno lo hanno visto chiudere in terza posizione a Milano.

Davanti a lui c’era la grande sorpresa Damiano Caruso, che ovviamente ha mostrato di apprezzare la prossima edizione che passerà a due passi da casa sua. Il ragusano vorrebbe essere al via, anche se per le decisioni finali bisognerà valutare gli obiettivi di squadra, in particolare con la decisione riguardo il programma di Mikel Landa (che peraltro è un altro a cui questo Giro calza a pennello e ci sta facendo un pensierino). La Bahrain – Victorious, che ormai appare sempre più intenzionata a non schierare il siciliano, porterà comunque sicuramente un uomo che può fare bene in classifica visto che in organico ci sono anche uomini come Pello Bilbao e Gino Mader, mentre Jack Haig pensa al Tour de France..

Se Roglic non ci sarà, così come Jonas Vingegaard appare diretto al Tour in partenza dalla Danimarca per provare a confermarsi dopo l’ottimo secondo posto del 2021, anche la Jumbo-Visma potrà comunque portare un team di spessore, con  Tom Dumoulin a guidare le truppe in cui dovrebbe trovare posto anche Koen Bouwman, mentre Steven Kruiswijk e Sepp Kuss sarebbero nuovamente dirottati in Francia e Spagna. Dalle dichiarazioni fatte sinora, visto anche il tracciato che sbilanciato verso gli scalatori, appare plausibile che anche Romain Bardet possa decidere per il ritorno al Giro, corsa nella quale potrebbe ambire a tornare ai vertici con una maglia che lo ha visto rilanciarsi dopo alcune stagioni difficili. Tra i suoi connazionali, ci sono possibilità di vedere al via anche uno fra David Gaudu e Thibaut Pinot, con il primo in rampa di lancio e il secondo che ha bisogno invece di ritrovarsi: per entrambi un percorso in cui poter lasciare il segno guidando un team che altrimenti avrà in Attila Valter l’uomo di riferimento.

Un altro ad aver invece già annunciato la sua presenza è il sempiterno Alejandro Valverde, che ha scelto di tornare alla Corsa Rosa per la sua ultima stagione. Alla sua unica partecipazione precedente, cinque anni fa, chiuse la corsa sul podio. Difficile aspettarsi possa ripetere qualcosa di simile, ma il carismatico leader della Movistar è corridore abituato a stupire; ad ogni modo, la sua presenza comunque arricchisce l’evento.  Tra coloro che guardano con grande interesse al #Giro105 anche Nairo Quintana, la cui Arkéa – Samsic sarà invitata automaticamente visto che la Qhubeka – NextHash non ha trovato i fondi per continuare a livello WorldTour. Il colombiano, vincitore nel 2014, sarebbe così uno dei più temuti in salita, andando a caccia del riscatto dopo due stagioni di grandi delusioni e problemi fisici. Intanto, nella formazione francese ci sarà Warren Barguil, al via con l’obiettivo primario di conquistare una tappa.

Ancora in bilico, anche se sembra sempre più pendere verso il no anche in ragione del percorso, Remco Evenepoel, che si dirigerà quasi certamente verso la Vuelta a España. A quel punto sarà interessante vedere cosa vorrà fare la sua QuickStep – Vinyl, nella quale potrebbero trovare spazio e maggiore libertà corridori come Andrea Bagioli e Fausto Masnada. Almeno un capitano di livello ce lo si aspetta anche dalla Bora – hansgrohe, nella quale militano i vari Emanuel Buchmann, che ha già manifestato il suo interesse, Sergio Higuita, a sua volta possibile outsider, Patrick Konrad e Aleksandr Vlasov (Wilco Kelderman sarà invece il riferimento alla Grande Boucle), con Matteo Fabbro tra i gregari più attesi, pronto a lasciare il segno.

Tra coloro che fanno sicuramente bene a venire anche Guillaume Martin (Cofidis), pronto ad accoppiare la Corsa Rosa al Tour, e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), che ha confermato la sua presenza a guidare una squadra in cui ci saranno anche Bauke Mollema e il giovane Juan Pedro Lopez, e Hugh Carthy (EF-Nippo), per i quali i pochi chilometri a cronometro sono una buona occasione che non capita molto spesso. Se i primi due hanno già dato la loro conferma, per il terzo si attendono ancora le decisioni della squadra, che presto ufficializzerà i calendari dei propri capitani.

Passando alle ruote veloci, visto l’alto numero di possibilità allo sprint, sono molti i velocisti che ci si aspetta di vedere al via. Corridori come Giacomo Nizzolo (Israel Start-Up Nation) ed Elia Viviani (Ineos Grenadiers) hanno già mostrato il loro interesse e quasi certamente li vedremo a Budapest, mentre lo stesso aveva fatto Sonny Colbrelli (Bahrain-Victorious), ma il team ha deciso altrimenti. A battagliare con loro molto probabile troveremo anche altri grandi nomi dello sprint, con probabilmente buon parte dei vari Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), Sam Bennett (Bora-hansgrohe), Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Caleb Ewan (Lotto Soudal) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), che saranno al via (molti dei quali già pronti a salutare durante la seconda settimana vista la quasi totale assenza di sprint nelle ultime otto frazioni). Non ci sarà invece Dylan Groenewegen (BikeExchange-Jayco), con la squadra che si focalizzerà sulla classifica generale, dirottando lo sprinter al Tour de France.

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